Gevi Pro e Contro1 Dicembre 2023La decontribuzione delle lavoratrici madri: il c.d. Bonus Mamma

Nella bozza della manovra finanziaria è prevista una misura che ha lo scopo di sostenere le madri lavoratrici che è stata già rinominata “bonus mamma”.

In realtà, trattasi di uno sgravio contributivo per le lavoratrici che hanno dei figli.

Sono previste diverse modalità di applicazione a seconda dei requisiti posseduti dalle lavoratrici madri.

L’art. 37 della bozza di legge di bilancio denominato “Decontribuzione delle lavoratrici con figli” contempla due diverse misure per i periodi di paga dal 01 gennaio 2024 al 31 dicembre 2026.

La prima prevede l’esonero del cento per cento della quota dei contributi previdenziali a carico delle lavoratrici madri di 3 o più figli, con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, con esclusione dei rapporti di lavoro domestico, fino al mese di compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo e nel limite massimo annuo di 3.000 euro annui ( 250,00 euro riparametrati su base mensile).

In via sperimentale la manovra 2024 prevede la possibilità di riconoscere lo stesso esonero anche alle lavoratrici madri di due figli, sempre con contratto a tempo indeterminato ed escludendo i rapporti di lavoro domestico ma, fino al mese in cui il figlio più piccolo compie il decimo anno di età.

In entrambi i casi resta ferma l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche, in quanto il calcolo della contribuzione dovuta viene effettuata e versata dal datore di lavoro senza che quindi comporti una riduzione della pensione futura.

Lo sgravio contributivo del 100% fino ad un massino di 3mila euro e fino al decimo anno di età del figlio più piccolo per le mamme con due figli, scadrà  in base alla bozza della manovra, al 31 dicembre 2024 e non durerà fino al 2026 così come previsto per le lavoratrici con tre figli, per le quali varrà anche  fino al 18esimo anno di età del figlio.

La misura rivolta alle lavoratrici madri non prevede un limite di reddito facendo in modo che tutte le beneficiarie vengano esonerate dal versamento dei contributi previdenziali a loro carico (pari orientativamente intorno al 9,19%), contributo che sarà pagato quindi dallo Stato fino al massimale di 3000 euro annui.

E’ da sottolineare che l’intervento previsto incide in maniera relativa per le lavoratrici dipendenti con redditi sotto i 35mila euro in quanto già beneficiano del taglio del cuneo fiscale pari al 7% fino a 25.000 euro o del 6% per i redditi fra 25.000 e 35.000 euro confermati dalla stessa manovra 2024.

Le madri avranno solo un ulteriore sconto sui contributi a loro carico di poco più di 2 o 3 punti percentuali.

Le lavoratrici con retribuzioni superiori a 35mila euro all’anno, invece, vedranno invece uno sconto sostanzioso dei loro contributi, con contestuale aumento del netto in busta paga, in quanto e se hanno due o più figli e sono assunte con contratto a tempo indeterminato stabilmente, accederanno da gennaio allo sconto del 9,19 per cento non avendo fino ad ora avuto alcuno sconto contributivo.

Fra i pro da evidenziare c’è il fatto che anche le lavoratrici che fino ad oggi non hanno potuto accedere al beneficio, se madri di almeno due figli con uno minore di 10 anni, potranno accedere allo sgravio con il relativo aumento in busta paga rispetto ad oggi.

Di contro si segnala che il risparmio contributivo derivante dallo sgravio, essendo imponibile fiscalmente, porta ad innalzare l’imponibile sul quale vengono calcolate le imposte (imponibile fiscale) con conseguente maggiori tasse da versare per ogni beneficiario.

Inoltre è da evidenziare che sono escluse le lavoratrici dipendenti con contratto a tempo determinato, le lavoratrici autonome, le libere professioniste e le lavoratrici domestiche,  ma soprattutto tutte le lavoratrici senza figli o con un figlio unico.

 

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