Il bonus previsto dal decreto-legge n.50 del 17 maggio 2022 (cosiddetto Decreto Aiuti) è un sostegno economico pari a 200 euro, avente lo scopo di aiutare le famiglie italiane colpite dagli aumenti dell’energia e delle materie prime derivanti dalla situazione geopolitica ed economica attuale.
Il bonus è una misura una tantum e non costituisce reddito né ai fini fiscali né ai fini della corresponsione di prestazioni previdenziali ed assistenziali.
I beneficiari del bonus 200 euro sono:
- lavoratori dipendenti;
- titolari di uno o più trattamenti pensionistici come la pensione d’invalidità civile o l’assegno sociale;
- percettori di NASPI, DIS-COLL o Disoccupazione Agricola;
- percettori di Reddito di cittadinanza
- lavoratori stagionali;
- lavoratori dello spettacolo;
- lavoratori domestici, come colf e badanti;
- lavoratori autonomi;
- lavoratori autonomi, privi di partita IVA, non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie:
- incaricati alle vendite a domicilio;
- Percettori delle indennità per COVID-19 previste dal D.L. Sostegni e Sostegni bis
Nel Decreto Aiuti 2022 sono specificati i requisiti necessari per alcune categorie di soggetti, ovvero:
Per i lavoratori dipendenti:
- Aver fruito dell’esonero previdenziale dello 0,80% previsto dalla legge 234/2021 (legge di Bilancio 2022) per almeno un mese nel primo quadrimestre 2022
- Dichiarare di non essere titolari del bonus in quanto contemporaneamente appartenente ad altre categorie di percettori che lo ricevono direttamente dall’INPS
Per i titolari di pensione, assegno sociale o di invalidità:
- Essere residenti in Italia
- Disporre di un reddito imponibile ai fini Irpef non superiore a 35000 euro nell’anno 2021.
Per percettori di NASPI, DIS-COLL o Disoccupazione Agricola:
- L’importo viene accreditato in via automatica da parte dell’INPS residenti in Italia
Per i percettori di Reddito di cittadinanza:
- nel nucleo non ci devono essere soggetti già percettori del bonus ad altro titolo;
- l’importo viene accreditato in via automatica da parte dell’INPS;
Per i lavoratori stagionali, a tempo determinato e intermittenti:
- aver svolto prestazioni per almeno 50 giornate;
- avere un reddito derivante dai rapporti indicati non superiore a 35.000 euro per il 2021.
Per le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo:
- essere iscritti al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo;
- aver versato almeno 50 contributi giornalieri;
- avere un reddito derivante dai rapporti indicati non superiore a 35.000 euro per il 2021.
Per i lavoratori domestici, avere in essere uno o più rapporti di lavoro alla data del 18 maggio 2022, previa presentazione di specifica domanda.
Per i titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa:
- avere contratti attivi alla data del 18 maggio 2022;
- essere iscritti alla Gestione separata e non essere iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie;
- non essere titolari di trattamenti pensionistici o assistenziali per i quali è già prevista l’erogazione d’ufficio.
Per i lavoratori autonomi, privi di partita IVA, non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie:
- essere stati titolari di contratti autonomi occasionali riconducibili alle disposizioni di cui all’articolo 2222 del codice civile;
- per il 2021 deve risultare l’accredito di almeno un contributo mensile;
- essere già iscritti alla Gestione Separata alla data del 18 maggio.
Per gli incaricati alle vendite a domicilio:
- avere un reddito nell’anno 2021 derivante dalle attività di vendita a domicilio superiore a 5.000 euro;
- essere titolari di partita IVA attiva;
- essere iscritti alla Gestione separata alla data del 18 maggio.
Per Percettori delle indennità per COVID-19 previste dal D.L. Sostegni e Sostegni bis:
- l’importo viene accreditato in via automatica da parte dell’INPS
Saranno la conversione del decreto-legge e le relative procedure attuative dell’INPS a specificare le modalità di erogazione per ogni categoria ed eliminare eventuali criticità, ma nel frattempo possiamo provare a dare maggiori informazioni con particolare riferimento ai lavoratori dipendenti.
Il decreto prevede che sia il datore di lavoro ad erogare il bonus, ma solo dopo che il lavoratore abbia rilasciato una dichiarazione in cui attesta di non esserne beneficiario ad altro titolo.
Il bonus viene erogato con la retribuzione del mese di luglio e spetta una sola volta anche se il lavoratore ha più rapporti di lavoro. Non è riproporzionato in base all’orario di lavoro (part-time) e né in base alla durata del contratto.
Inoltre, siccome il bonus è individuale, in una famiglia dove entrambi i coniugi lavorano e/o ci sono anche figli che anch’essi lavorano, ognuno dei quali con un reddito inferiore ai 35.000 euro, ogni componente percepirà il bonus.
Il Bonus 200 Euro ha natura previdenziale e, pertanto, l’importo è esente da un punto di vista fiscale e previdenziale.
I datori di lavoro indicheranno probabilmente il credito maturato nelle denunce Uniemens con le modalità che saranno indicate dall’INPS. In tal modo l’istituto accerterà coloro i quali avranno già il bonus da un datore di lavoro in modo da procedere poi con successivi controlli per evitare i doppi pagamenti.
Dopo tale veloce approfondimento, è naturale chiedersi se questo sia uno strumento di sostegno efficace per permettere agli aventi diritto di affrontare il caro prezzi o sia al contrario una misura eccessivamente onerosa e con poca utilità economica.
In pratica, se si è pro o contro nei confronti del Bonus.
I potenziali beneficiari sono circa 31,5 milioni e pertanto saranno spesi circa 6,3 miliardi di euro utilizzando poco meno della metà dei fondi messi a disposizione dal governo nell’anno in corso per affrontare il caro energia.
C’è chi è pro all’intervento, ritenendo che l’importo erogato sia un intervento significativo che viene incontro alle esigenze di chi si trova in difficoltà nel breve.
C’è chi è contro, ritenendo invece che l’importo sia erogato a pioggia. Tale aspetto risulta particolarmente evidente quando si analizzano alcuni casi pratici, come ad esempio nel caso di un nucleo familiare di quattro persone, in cui solo uno dei membri è impiegato. In tal caso vi sarà la percezione di un solo Bonus da 200 euro, mentre in un nucleo familiare dove tutti e quattro i membri sono impiegati – quindi meno bisognosi di supporto pubblico – vi sarà la percezione del Bonus per ognuno dei membri, per un importo totale di 800 euro.
In generale, si ritiene che attraverso questi bonus non vengano affrontanti i problemi reali dei lavoratori, specialmente considerando che i rincari che si vanno a coprire e l’inflazione conseguente non sono temporanei.
A parere di chi scrive, i fondi a disposizione potevano avere migliore destinazione, ad esempio attraverso interventi strutturali volti a ridurre il cuneo fiscale. Potevano essere utilizzati per detassare in maniera completa gli aumenti contrattuali o i premi aziendali fino ad un determinato limite al massimo tassandoli ad un’aliquota “flat” inferiore alla minima prevista. In questo modo si incentiva la produttività aziendale con allo stesso tempo maggiore possibilità di spesa al dipendente.
Restiamo ad ogni modo in attesa di approfondire i punti con i decreti attuativi che ne seguiranno, sperando che alcune delle fallacità possano essere sanate.
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